da Alberto Borghesi | Lug 9, 2020 | Blog
Oggi rispolveriamo una domanda ormai entrata nell’evergreen SocialFit.
Quella domanda a cui il nostro team deve rispondere almeno una volta al giorno.
Quella domanda che però, per quanto ricorrente, merita sempre una risposta chiara ed esaustiva.
Insomma, LA domanda che assilla personal trainer e titolari di centri fitness:
“Ma come trovo clienti attraverso Instagram?”
Prima di iniziare però, ti deve essere chiara una cosa: i social non sono vetrine per vendere e comprare
servizi.
I social sono nati per comunicare, per creare legami con le persone, per permetter loro di svagarsi e
passare il tempo.
Inoltre, non ci sono formule magiche né miracolose per aumentare la propria clientela tramite
social.
Hai mai aperto Instagram con una carta di credito in mano? Io no.
E nemmeno i tuoi clienti.
Ma non disperare. Sui Social non si acquista, ma ci si può far comprare
Servono impegno, la buona strategia e il desiderio di creare relazioni efficaci con gli altri.
Consapevoli di ciò, possiamo lavorare sulla nostra comunicazione e sui nostri contenuti al fine di
aiutare la nostra attività ad avere più risonanza e, quindi, a crescere.
Quando si tratta di Instagram, in particolare, sono cinque gli elementi vincenti:
1. STORIES
Le Stories sono uno degli elementi più attivi di Instagram.
Tramite le Stories, gli utenti possono accedere in modo più diretto al nostro lavoro e la nostra
persona.
Documentiamo i nostri allenamenti, mostriamo i dietro alle quinte della nostra attività e realizziamo
contenuti in tempo reale.
Parliamo di dubbi, di come siamo giunto a realizzare un progetto e altri contenuti di valore che
sappiamo essere d’aiuto al nostro cliente ideale o che creino empatia.
Sui social, infatti, i contenuti più efficaci sono proprio quelli che lavorano sulla sfera emotiva o/e
informativa.
Le Stories, per di più, possono essere anche un momento di “approfondimento” che va a completare
un argomento che abbiamo affrontato nel post rilasciato in giornata.
Per esempio, se nel post abbiamo parlato di “I 5 metodi importanti per perdere peso”, nelle Stories
della giornata possiamo raccontare di come ciò si associ al nostro programma di allenamento o
semplicemente delle chicche su tale argomento.
Infine, al termine o all’inizio della Stories possiamo rimandare l’utente al post sopracitato.
Con la loro genuinità, quindi, le Stories sono il veicolo perfetto per rafforzare i concetti che
vogliamo comunicare, proprio perché permettono all’utente di immergersi nella tua dimensione in
maniera autentica.
Queste regalano agli utenti che guardano la sensazione di creare un legame con noi che
“raccontiamo”.
Hanno un grandissimo impatto.
Ciò crea una grande fidelizzazione verso di noi, il nostro lavoro e ciò che rappresentiamo.
Usiamole spesso, dunque.
I nostri follower, se sono veri follower, non mancheranno né di seguirci, curiosare e apprezzare il
nostro impegno.
2. LIVE
L’algoritmo di Instagram è una piattaforma che premia l’impegno.
Se si accorge che il nostro canale, frutto delle nostre attività sui social, trattiene gli utenti sulla sua
piattaforma, ci premia donando maggiore visibilità ai nostri feed.
Ugualmente, quando svolgiamo un’azione che richiede più energie, come una Live, Instagram ci
ricompensa aumentando la copertura del nostro canale: la Live sarà posta tra le prime Stories, una
notifica sarà mandata a tutti i nostri follower e così via.
Una Live, però, richiede un considerevole dispendio di energie.
Non va assolutamente improvvisata, ma programmata a dovere.
Infatti, tutte le nostre pubblicazioni devono essere parte di una strategia che ci conduca alla
realizzazione degli obiettivi prefissati e su misura dei nostri utenti ideali.
Perciò, è bene anticipare ai propri follower quando ci sarà la Live, magari con un post informativo.
Non va lasciato al caso neppure ciò di cui si andrà a parlare, quindi sarebbe utile creare una bozza di
sceneggiatura o anche una semplice lista degli argomenti che desideriamo toccare nella Live.
Ricordiamoci, naturalmente, di interagire con gli utenti che, connettendosi man mano, vorranno
porci domande, riflessioni o chiederci delle semplice curiosità.
Più ci mostreremo attivi durante la Live, più gli utenti saranno stimolati a seguirci, non solo questa
volta, ma anche quelle future.
3. CONTENUTI
È chiaro che alle persone piaccia ascoltare storie da sempre. Abbiamo bisogno di vederle nelle serie
tv, di leggerle nei libri o anche solo di sbirciarle nelle foto su Instagram che, come finestre, si
aprono sulla vita delle persone.
Il nostro canale non deve essere diverso. Noi dobbiamo raccontare e trasmettere storie.
I contenuti per Instagram devono essere, dunque, di due tipologie:
a. Value
b. Report
Per “value” intendiamo il “valore” del nostro contenuto.
Creiamo e utilizziamo il nostro feed per raccontare ai follower ciò che conosciamo e abbiamo
imparato dalla nostra esperienza, trasmettiamo informazioni utili e che possano aiutarli a
raggiungere i propri obiettivi.
Per “report”, invece, ci riferiamo a tutti quei contenuti che si legano al loro lato emotivo che
provocherà empatia nell’utente che legge.
Sia la nostra esperienza di vita è una storia fatta di tanti piccoli episodi e momenti, che i nostri
canali ci permettono di raccontare.
Com’è nata la nostra attività? Quali sono i nostri obiettivi? Cosa abbiamo provato quando ci siamo
trovati di fronte a quell’ostacolo?
Se i nostri contenuti saranno percepiti in modo positivo e di valore, si avvierà un ciclo virtuoso in
cui gli utenti tenderanno a seguirci e a condividere, aumentando così la nostra visibilità.
4. DIRECT CTA
Più i nostri contenuti saranno interessanti, più gli utenti aumenteranno le loro interazioni.
Questo comporta anche un aumento delle interazioni in Direct.
Tuttavia, non è necessario attendere che i follower lo facciano spontaneamente.
O, meglio, noi stessi possiamo indirizzarli a farlo, semplicemente chiedendoglielo, per esempio al
temine di un post o di una Live.
Sembra banale, ma la semplicità ripaga sempre.
Questo è un metodo efficace soprattutto quando siamo ancora agli inizi e abbiamo bisogno che gli
utenti imparino a conoscerci e a fidarsi di noi.
Quale miglior modo se non instaurare un dialogo diretto con noi?
5. SHARING
Se abbiamo curato i primi quattro punti, abbiamo comunicato bene e abbiamo diffuso contenuti di
valore, la condivisione dei nostri post sarà un elemento praticamente automatico da parte dei
follower.
Sarà la dimostrazione che abbiamo lavorato bene!
Ovviamente, all’inizio non sarà così automatico portare gli utenti a condividere i nostri feed.
Anche in questo caso, dunque, domandare è lecito.
Chiediamo noi stessi agli utenti di condividere il post o di taggare un amico che sanno essere
interessato all’argomento.
Se il nostro contenuto ha superato la prova di apprezzamento dei follower, non mancherà di essere
diffuso e di diventare un altro anello di congiunzione per accrescere la rete di comunicazione via
social. E naturalmente aumentare il numero dei nostri clienti più fedeli.
Se sei arrivato fino in fondo, significa che anche tu hai intenzione di trasformare il tuo canale Instagram in un reale strumento di marketing.
Ecco perché il nostro consiglio è quello di approfittare della speciale offerta e assicurarti il nostro corso Instafit, che puoi scoprire a questo link:
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Big Up!
Alberto
da Alberto Borghesi | Giu 12, 2020 | Blog, News
Oggi come non mai, la parole marketing e strategia vengono messe in ogni salsa.
Non è raro che io senta “Ehi, abbiamo una strategia infallibile”, per poi ritrovarmi a leggere due appunti in croce, che si basano su poco più che la creazione di due video per Instagram, a cui viene affidato l’ingrato compito di salvare la palestra di turno.
No.
La strategia non è fare post fighi per i canali social del tuo centro fitness o per la tua attività di personal training.
E non ci si avvicina minimamente.
Marketing e strategia sono due parole abusate, di cui si ha davvero poca consapevolezza.
Consapevolezza che andrai ad acquisire con questo articolo.
Questo post nasce dalla mia volontà di approfondire ulteriormente nella live che ho fatto nel gruppo Facebook qualche giorno fa (se vuoi accedere al gruppo gratuitamente, puoi cliccare qui).
Preparati e leggi senza distrazioni, stai per accedere ad una mole di concetti chiave che ti aiuteranno ad allargare la mente come non mai, e ti aiuteranno ad avere le idee più chiare sui tuoi prossimi passi, anche in termini di acquisizione clienti. Capirai cosa c’è realmente dietro ad una strategia di fitness marketing, se il tuo obiettivo è ottenere clienti ricorrenti e profittevoli.
Per cominciare nel migliore dei modi, voglio partire da una frase di Gary Vee, noto formatore americano, che rappresenta appieno principi che oggi più che mai sono essenziali:
Ideas are shit, execution is the game.
Non penso ci sia bisogno di traduzioni, non è vero?
Il concetto è chiaro. Se hai un’idea e non fai un solo passo in avanti per realizzarla, quell’idea l’hai partorita inutilmente.
Sento troppo spesso titolari di centri fitness, personal trainer e coach online parlare di idee del secolo e progetti innovativi come se dovessero rivoluzionare il mondo del fitness da un giorno all’altro. Le custodiscono gelosamente come un prezioso tesoro, come se qualcuno stesse con l’orecchio teso ad ascoltarle per strappargliele di mano. Quando in realtà, a nessuno interessa.
Vedo invece troppo poco spesso le figure di cui sopra tramutare queste idee in azioni reali.
Ripeto, azioni. Azione significa fare.
Fare anche un solo passo in avanti, un passo che validi l’idea, che la renda concreta, che permetta di capire se l’idea è stata una stupidaggine pazzesca, oppure ha dato segnale di potersi trasformare in qualcosa di concreto.
Fare significa sbagliare, fallire, ma imparare.
Facendo sbagli, sbagliando impari. Semplice.
Li vedi la fuori quei trainer online da 100.000 iscritti al loro canale YouTube che fatturano centinaia di migliaia di euro all’anno?
Vedi quei titolari ci centri fitness lungimiranti e sempre un passo avanti?
Ecco, anche loro hanno sposato il Partito del Fare, composto da chi non si arrovella in discorsi e ragionamenti infiniti che non portano a nulla, se non ad affievolire l’entusiasmo e a rinchiudere le proprie idee nel cassetto.
Per leggere ed apprendere questo articolo al meglio ho bisogno che ragioni su questo aspetto.
Quello della praticità, della convinzione nelle proprie idee.
Se hai un’idea, se sei disposto a metterla in pratica spendendo lacrime e sudore, allora ok. Questo articolo è per te, e possiamo finalmente parlare di Strategia e Marketing.
Nello specifico, come siamo soliti fare, parleremo della parte che più ci compete, ossia quella Online.
Ma il concetto è universalmente valido ed applicabile a 360 gradi in tutto ciò che riguarda la strategia della tua attività fitness.
La mia personale definizione di strategia:
Avere una strategia fitness efficace significa possedere una visione di insieme della tua attività.
Devi immaginarti al di fuori degli schemi, al di fuori dell’operatività, come se vedessi dall’alto la tua azienda.
Ci sei riuscito? Ok, ora cerca di dare un giudizio critico, oggettivo, con occhio clinico.
Non guardare le cose in modo paterno ignorando difetti e criticità.
Definisci i punti di forza e interrogati su come questi potrebbero essere ulteriormente evidenziati per raggiungere migliori risultati.
Questo è il primo step di ogni strategia: essere consapevoli del punto di partenza.
E poi…step 2
Definire gli obiettivi
Se hai una strategia, la realizzerai senz’altro in funzione di obiettivi che vorrai raggiungere, immagino (o almeno spero).
Bene. Definisci questi obiettivi in modo chiaro, misurabile e monitoratile.
Se vuoi 100 clienti in 30 giorni (esempio puramente e volutamente banale), dovrai spacchettare il risultato e capire quali sono gli elementi che devi monitorare per capire lungo il percorso se il risultato è a portata di mano o no:
– 100 clienti al mese significa 3 clienti in più al giorno
– Per realizzare 3 clienti in più al giorno significa che devo acquisire un numero X di contatti potenzialmente interessati
– Ogni contatto potenzialmente interessato ha un costo di …€, perciò devo allocare il budget A al mese, che equivale ad un budget B al giorno (di questo parleremo più nel dettaglio tra poco).
E qui…entriamo di diritto allo step 3. E parliamo di scenario.
Preparati, perché qui le cose si fanno davvero importanti.
Parlare di scenario significa avere una fotografia non solo di casa propria, ma anche del mercato in cui ti trovi a lavorare.
E non solo. Avere chiaro qual è lo scenario significa avere in serbo due piani:
The best case scenario
The worst case scenario
In un caso, tutto fila liscio, la strada è spalancata, non c’è traffico ne deviazioni, e tu arrivi a destinazione in modo semplice e veloce.
Ma se così non è, tu devi sapere quale deviazione prendere, quale velocità mantenere, come guidare e per quanto tempo guidare. Devi mettere in preventivo che la strada si farà tortuosa, e devi avere rimedi e soluzioni a portata di mano, per quanto in tuo potere.
Simula il percorso, anticipa le criticità, immagina cosa può capitare. Preventiva tutto questo e modula la tua strategia in funzione di questo.
Tutto questo lo devi fare tenendo a mente una cosa, che ora più che mai è fondamentale avere chiara:
—> Ci sono cose che puoi controllare. In questo caso prendi il toro per le corna e dominalo.
—> Ci sono cose che non puoi controllare. Smetti di scervellarti e sprecare tempo per cercare di capire come controllarle.
Concentrati su ciò che è in tuo potere e sfrutta in leva ciò che non puoi controllare.
Definire lo scenario è questo, ma non solo.
Aver chiaro il proprio scenario significa anche sapere:
Chi è il mio cliente target
Chi è la mia concorrenza (diretta ed indiretta)
IL TARGET
Nel gruppo Facebook e nei nostri corsi ne parliamo continuamente dell’importanza del target.
Lo ammetto, la scelta e la conoscenza del target per noi è un’ossessione.
Perché più passa il tempo, più ci accorgiamo che questo elemento è L’ELEMENTO.
La chiave di tutto. Quel 20% che ti permette di ottenere l’80% dei risultati.
Sapere chi è il tuo target significa intanto compiere una scelta.
Scegliere chi intercettare e deliziare, scegliere a chi NON rivolgersi. Più sei preciso, più ti rivolgi a una ristretta cerchia di persone, più il tuo messaggio risuonerà nella mente di chi vede il tuo messaggio. Qualunque messaggio.
Individuare il target non significa solo sapere età, obiettivi, sesso e dati essenziali.
Significa scavare nel profondo definendo le sue paure, le sue aspirazioni, le sue obiezioni.
Trovare il target giusto significa sapere la sua lingua, quali termini utilizza e come li utilizza.
Non avere chiaro il target ti porta ad allontanarti dall’obiettivo, perché il tuo messaggio si perderà nell’oceano della banalità e dell’ovvietà.
Messaggi specifici per un target specifico = Messaggi vincenti per acquisire clienti
Spendi ore ed ore per mettere insieme i pezzi del puzzle che compongono il tuo cliente ideale. Vedrai, questa azione ti ripagherà con risultati sorprendenti.
LA CONCORRENZA
Quando si parla di concorrenza, cosa ti viene in mente? Attività simili alla tua che offrono servizi simili ai tuoi, giusto?
Questa definizione è inesatta, o quanto meno limitata.
Si, perché la reale definizione di concorrenza o competitor, è un’altra:
tutto ciò che può interferire con la decisione di acquisto che porta ad acquistare un tuo prodotto o servizio è concorrenza.
Da qui risulta importante la distinzione tra concorrenza diretta ed indiretta
La concorrenza diretta è quella che, come viene spontaneo considerare, è quella che offre prodotti e servizi affini ai tuoi.
Quella indiretta non offre nulla di simile, ma potrebbe separare l’utente da te.
Facciamo qualche esempio:
Un prodotto dimagrante
Un trattamento estetico
Sono tutti facenti parte della concorrenza indiretta. Si, perché in molti casi potrebbero allontanare l’utente da te, preferendo una scorciatoia all’allenamento.
Ora come ora, un’altra forma di concorrenza indiretta è la paura.
La paura di contrarre un virus, la paura di tornare alla normalità, la paura di allenarsi in un’area sanificata.
La paura è un concorrente spietato che ti sta facendo perdere decine di migliaia di euro, credimi.
Puoi combatterla rispondendo a domande ed obiezioni del tuo target, rassicurando ed infondendo fiducia.
Non trascurare mai la concorrenza indiretta, perché è in grado di incastrare nella sua rete centinaia e centinaia di persone, che non diventeranno mai tue clienti se non fai qualcosa oggi, subito.
Ora che ti è sicuramente più chiaro cosa significa realizzare una strategia, facciamo una piccola pausa riflessiva.
Vedi come realizzare una strategia di fitness marketing è totalmente diverso dal fare due semplici post su Facebook e Instagram?
I tuoi post sono si importanti, ma solo se si fanno portatori di valori, se hanno un obiettivo di business, se sono indirizzati ad un target che conosci perfettamente nel profondo.
Avere una strategia efficace è lo spartiacque tra il realizzare post che riempiano il feed inutilmente e il realizzare contenuti realmente impattanti che generano risultati.
Quando ti è chiaro dove stai andando e il perchè, ti è anche più chiaro il come andarci.
E tutto è più semplice.
Pausa riflessiva finita. Torniamo a noi.
Ricordi che ad inizio articolo ti parlavo di costo di acquisizione cliente?
È un altro tema estremamente importante da trattare, che ti aiuta a capire il budget che ti occorre per ottenere un cliente, e parallelamente ti aiuta a capire la scalabilità della tua iniziativa.
Come anticipato qualche riga sopra, devi aver chiaro due dati, due numeri senza i quali stai giocando al gratta e vinci. E giocare al gratta e vinci non è cosa intelligente, se parliamo di Marketing Fitness:
Costo di una lead
% di conversione dell’utente in lead
Costo di acquisizione cliente
% di conversione della lead in cliente
Per te è aramaico? Non ti preoccupare, ora ti spiego meglio.
Qualsiasi azione di marketing online e non, a fronte di un investimento genera dei dati, che rispecchiano il grado di interesse degli utenti nei tuoi confronti e il grado di appetibilità del tuo prodotto o servizio.
Questi dati li devi immagazzinare, analizzare, valutare e prendere decisioni sulla base di essi.
Partiamo dal primo: IL COSTO PER LEAD.
Supponiamo tu faccia partire una campagna Facebook per la tua palestra, che propone una prova gratuita.
Questa prova gratuita otterrà più o meno consenso.
Più o meno richieste.
Ma quanto più o quanto meno?
Ecco che diventa importante individuare il costo sostenuto per ottenere una prova.
Per capire al meglio facciamo una simulazione che serve a capire a chi parte da zero in che modo approcciarsi per realizzare una corretta azione in termini di campagne di marketing fitness.
Esempio:
Investi 150€ e ottieni 10 prove.
Questo significa che ogni prova ti è costata 15€.
Tanto? Poco? Non è questo il contesto in cui diamo una risposta.
Ti basti però sapere che al decretare la qualità del risultato concorrono troppi fattori (prestigio del tuo brand, appetibilità della prova, area geografica di riferimento, stagionalità ecc).
Tema di cui parleremo sicuramente in altra sede.
Quello su cui invece devi riflettere è questo: se voglio ottenere 20 prove significa che dovrò allocare 300€ di budget.
E così via, sulla base degli obiettivi che ti dai in principio.
E come faccio a sapere se il risultato, in termini percentuali, è soddisfacente o meno?
Ecco che entra in gioco il secondo ingrediente, la % di conversione dell’utente in lead.
Se su 1000 persone che vedono l’inserzione, 20 si iscrivono alla prova, hai un 20% di conversion rate.
Se su 1000 persone che vedono l’inserzione, 2 si iscrivono alla prova, hai un 2% di conversion rate.
Chiaro e semplice, giusto?
Ora. Anche in questo caso definire un’ottimale % di conversione è difficile da definire, sempre per i punti di cui sopra.
Se posso darti un’indicazione però, se parliamo di una semplicissima prova gratuita per una palestra, in un periodo della stagione favorevole, non scendere mai sopra il 15/20%. O significa che potresti avere:
1- Errori nella campagna (tecnici o di contenuto, non sufficientemente appetibile)
2- L’offerta non è interessante
A quel punto riparti da capo nell’articolo, riparti dall’individuazione del target, analizza, indaga e ottimizza. Poi ricominci.
Supponiamo invece che tutto vada alla perfezione.
Costo per lead ottimo, % di conversione pure.
Chiaramente ora, il nostro obiettivo è fare in modo di trasformare quella lead in un cliente pagante.
Ed è qui che subentrano altri due numeri che il nostro marketing non può ignorare e che dicono tanto, davvero tanto sul corretto sviluppo della nostra strategia.
La % di conversione della Lead in cliente.
Il CAC = Costo di acquisizione cliente.
Tornando all’esempio sopra, proseguiamo in quella che è la simulazione del percorso che compie l’utente:
—> Eravamo rimasti qui: 20 persone si iscrivono alla prova gratuita.
Di queste 20 persone, 4 si abbonano.
Risultato:
Hai un 20% di conversione rate sul lead.
CAC:
Spesa in advertising: 300€
Nuovi clienti: 4
300:4 = 75€
Da qui, puoi calcolare ovviamente anche la marginalità per cliente in modo molto semplice:
Se, ad esempio, ogni cliente sottoscrive un abbonamento trimestrale da 250€, la tua marginalità per cliente sarà 250-75 = 175€
Che per 4 clienti acquisiti sono 700€ di utile, al pronti via.
Le cose qui si farebbero ancora più complesse ed interessanti. Si, perché supponiamo che il tuo cliente sia contento del tuo servizio, e che terminati i 3 mesi decida di rinnovare il piano annuale, i 75€ di acquisizione cliente li hai già spesi.
Ecco che la marginalità cresce esponenzialmente!
E se il cliente stesso diventa un tuo testimonial e ti consiglia ad un amico, che decide anch’esso di sottoscrivere un abbonamento?
Altra entrata, zero costi di acquisizione!
Come ti suona?
Aldilà del fatto che anche questo è uno di quei temi che tratteremo in modo specifico nei prossimi articoli, la riflessione che ti voglio invitare a fare è questa:
La marginalità per cliente, come puoi intuire, è relativa
Relativa a quanto lo fai “fruttare”, relativa al tuo customer service e a quanto il cliente stesso rimane soddisfatto del tuo servizio.
Più alta è la soddisfazione, più alto sarà il margine finale.
Ecco perché è importante avere si la consapevolezza di quanto ti costa il cliente nel breve periodo, ma anche quello che è il suo LIFE TIME VALUE, ossia la sua permanenza con te.
Più è alta, più sarai felice di aver pagato la cifra iniziale di acquisizione.
Eccoci giunti al capolinea.
Da che ti avevo anticipato che avremmo parlato di strategia, questo articolo si è trasformato in una vera e propria lezione di marketing (per donazioni e opere di bene scrivere a [email protected]).
Battute a parte, il mio consiglio è di prendere carta e penna, annotarti i numeri di cui sopra, scoprirli, sviscerarli e farli tuoi.
Se sarai padrone dei numeri, sarai realmente padrone del marketing della tua attività.
Sono i numeri a dirci in quale direzione pilotare la nostra attività fitness, quanti clienti ci servono, quanto è il nostro margine.
Vedi, spesso decidiamo a scatola chiusa, per partito preso, che per acquisire clienti vogliamo spendere X e ottenere Xper2.
Ma sulla base di cosa tariamo le nostre aspettative?
Sulla speranza?
Sperando non significa fare marketing per la tua palestra o per la tua attività di personal trainer.
E questo articolo, così corposo e “spigoloso”, nasce proprio dalla volontà di instillare in te questa necessità: essere padrone dei numeri per tracciare le linee guida del marketing della tua attività fitness, online ed offline.
Se sei arrivato fino in fondo a questo articolo significa che sei un eroe. Ti sei appena mangiato 2000 e passa parole. Meriti un premio, lasciatelo dire.
Ecco perché cliccando su questo link hai la possibilità di accedere al nostro corso avanzato Digital Fitness Pro con l’83% di sconto, che contiene il nostro Metodo per acquisire clienti tramite Facebook e Instagram.
Per qualsiasi cosa puoi scrivermi a [email protected], sarò felice di rispondere alle tue domande.
Big Up!
da Alberto Borghesi | Ott 26, 2019 | Blog, News
Leggiamo la situazione italiana: passiamo oltre 3 ore al giorno (3 ORE!!!) attaccati al nostro smartphone a curiosare sui Social Network: WhatsApp, Instagram, Facebook e App varie ci tengono incollati in pausa pranzo, la sera davanti alla Tv e in qualsiasi momento abbiamo per “staccare” letteralmente il cervello.
Aldilà del negativo impatto che ciò ha sulla nostra socialità (non è questo né il momento né il luogo per parlarne), il dato ci deve far riflettere molto:
Se devo colpire una persona, per fare in modo che questa possa sapere chi sono, cosa faccio e come posso essere lei utile, dovrò farmi trovare laddove questa gravita quotidianamente, giusto? Ecco, ti sei appena dato la risposta alla seguente domanda:
“Come colpisco il mio pubblico?”
Ti comunico un dato: in Italia siamo in 34 milioni connessi sulle varie piattaforme Social. Chi scorre Stories, chi scrolla bacheche. Ognuno ha la sua abitudine, ognuno è connesso a modo suo.
C’è poi da aggiungere un dato molto, ma molto importante. Ecco perché ti chiedo di prestare molta attenzione.
I Social Network, notoriamente, sono canali in cui l’attenzione delle persone si fa estremamente bassa, in cui i contenuti vengono consumati in una manciata di secondi, in cui la fa da padrone l’attirare l’attenzione in modo immediato con la foto giusta o il video divertente. Rapidità e semplicità sono le parole d’ordine. Neanche a farlo apposta, gli stessi ingredienti essenziali per un contenuto fitness vincente.
Ti faccio qualche esempio:
Un personal trainer che condivide il suo workout
La palestra che condivide una testimonianza
Un Box CrossFit che condivide l’esperienza del proprio coach
Temi facili, veloci, adatti a catturare l’attenzione dell’utente online. Pochi secondi per dire chi sei, cosa fai ed essere convincente.
Ma…entriamo più nello specifico:
Facebook Ads (così si chiamano le campagne social, che colpiscono l’utente su Facebook appunto e su Instagram) permette al tuo centro fitness e alla tua palestra di acquisire una visibilità che impatta e crea risultato. Una pubblicità mirata che non solo produce aumento della percezione del tuo valore, ma che se accompagnata da un’adeguata strategia ti può portare conversioni, ossia abbonamenti.
Passo indietro: io non sono qui a venderti nulla, Facebook non mi paga una revenue per consigliarti di fare inserzioni. Anzi. Sono qui per dirti le cose come stanno, e di come la pubblicità cartacea e basata sulla cartellonistica sia uno spreco di denaro immane.
Altro passo indietro: come ho detto che Facebook può essere un grande strumento di acquisizione clienti, allo stesso tempo ti dico che se non usato in modo adeguato può essere una discreta perdita di risorse monetarie. Come ogni strumento pubblicitario richiede l’uso di cervello, strategia e comprensione del target (questa ai più sconosciuta, quando in realtà tutto si fonda su di essa).
Ma facciamo un paragone, su quella che è la pubblicità “tradizionale” e le campagne social per il tuo centro fitness.
Pubblicità tradizionale
Supponiamo tu voglia raggiungere 1.000 persone con dei volantini contenenti una tua offerta. Per avere la certezza di raggiungere questo numero di persone, ti anticipo io che dovrai almeno stamparne 10.000 di volantini, in quanto mediamente solo il 10% della distribuzione va a buon fine.
Ora, cosa ti costa stampare 10.000 volantini e distribuirli?
Grafica: 150,00€ minimo (se ti affidi ad un grafico “accettabile”, non il cugggino)
Stampa 10.000 volantini: 350,00/400,00 (e credimi, sono stato basso, certi tipografi sono dei veri e propri rapinatori seriali)
Distribuzione: non meno di altri 300,00€
Il tutto se hai qualche conoscenza e sei bravo a trovare i prezzi migliori.
Totale? 800,00 a stare bassi. Quasi 1000,00€ per? Per non avere poi la certezza di andare a segno. Si, perché tu non avrai mai la certezza che quelle 1.000 persone siano realmente interessate (9.000 facciamo che il volantino lo hanno buttato nel bidone, cosa che ti assicuro accade).
Troppe incognite: non saprai mai se l’offerta che hai comunicato è appetibile, non saprai mai se alle persone la grafica che hai ideato è piaciuta (mica ti chiamano per dirti “ehi non mi ha colpito, puoi fare di meglio). In soldoni, hai speso una barca di soldi per poi metterti in un angolino con le dita incrociate sperando poi che suoni il telefono.
E sperare, in casa SocialFit, non è una strategia contemplata.
E ti dico di più, ammesso e concesso che il telefono suonerà, come fai a sapere che ha suonato grazie ai tuoi volantini e non grazie al passaparola? Magari tu lo chiedi espressamente alla persona in quesitone, ma ti assicuro che il più delle volte questa ti risponderà in modo talmente vago da non permetterti il tracciamento del suo percorso per arrivare a te.
Io tutto ciò lo chiamo il NON MARKETING.
Quindi in definitiva:
1) Hai una fuoriuscita immediata di denaro importante
2) Non puoi capire se la tua iniziativa piace o meno
3) Non puoi sapere precisamente quanto i tuoi volantini hanno portato in termini di fatturato
Se vuoi continuare in questo modo, liberissimo di farlo, puoi tornare dal tuo tipografo di fiducia. Se invece pensi che tutto questo sia migliorabile e ottimizzatile continua a leggere questo articolo. E aprirai finalmente gli occhi.
Pubblicità sui Social
Supponiamo di voler raggiungere le stesse identiche 1.000 persone
Lo sai quanto costa in Italia raggiungere 1.000 persone su Facebook?
Nei casi PEGGIORI all’incirca 8€ (se non ci credi cerca su Google Cpm Facebook Italia e scoprilo, dove Cpm sta per costo di mille visualizzazioni).
E poi, supponiamo che la tua iniziativa non generi i risultati sperati. Che si fa? Si cambia! Perché se prima i volantini una volta stampati te li tenevi, in questo caso le foto, i video e qualsiasi creatività li puoi variare fino a quando non trovi la soluzione più adatta per le persone che vuoi colpire.
Meglio di così?
E non finisce qui: se una persona ti contatta su Messenger o commenta un tuo post esprimendo interesse e prenotando una ipotetica prova al tuo centro fitness, sarà chiaro da dove deriva l’utente, o sbaglio?
E se ti dicessi che, a fronte del budget investito, puoi anche sapere quanto ti è costato il singolo contatto? No, non è magia, è fare marketing online nel modo corretto: leggendo e interpretando i numeri, come i veri professionisti. Come dovresti fare anche tu.
A questo punto penso tu abbia chiaro in mente perché il tuo centro fitness, la tua attività di personal, il tuo box debbano contemplare questo strumento nella propria comunicazione.
E a livello tecnico? Devi sapere che Facebook Ads è l’unica piattaforma in grado di riuscire a raggiungere un pubblico specifico grazie ad un ampio margine di segmentazione. In altre parole, puoi raggiungere le persone in base ai loro interessi.
Nè Google, ne nessun’altra piattaforma pubblicitaria online dispone di questa opportunità.
Ora, se hai letto fin qui immagino ti sembri tutto rose e fiori. Diventiamo tutti esperti di Facebook Ads! La risposta ai nostri problemi. Ma non è così, purtroppo.
Devi sapere che per imparare ad usare questo strumento serve ottenere le competenze necessarie per riuscire a farlo performare sempre al 100% delle sue potenzialità.
Ecco perché prossimamente condividerò con te altri contenuti di estremo valore per fornirti la panoramica completa di questo strumento.
Ti servirà tempo, pazienza, ma non solo. Gli ingredienti più importanti, e te lo dice uno che ha lanciato oltre 500 campagne per palestre e centri fitness, sono il sapere a chi stai parlando e l’abilità nel saper individuare, leggere ed interpretare i dati giusti. Solo questo ti porterà ad avere una corretta visione di insieme. Solo questo ti rivelerà se la tua strategia è corretta o meno.
Se hai intenzione di metterti in gioco in questo senso sappi che SocialFit è l’unica azienda in Italia in grado di trasmetterti il know how giusto per lanciare campagne Social Fitness efficaci. Ogni € investito deve generarne 2€ nel medio periodo. Questo è il nostro mantra, ciò da cui parte ogni nostro azione, ciò che ogni nostro collaboratore mette in pratica ogni giorno, sia nelle giornata di formazione che nella vera e propria realizzazione delle campagne stesse.
Credi a me, non è nulla di impossibile, nulla di così inarrivabile. Scommetto che prima di fare il tuo massimale di suqt guardavi quel bilanciere con sguardo perso così come stai guardando questo articolo pensando alla complessità dell’azione da compiere. Ma come quel bilanciere quella volta sei stato in grado di affrontarlo e portare a casa il risultato, anche questa volta con il giusto allenamento, il giusto mindset e con tanta pratica, porterai a casa un grande massimale. Con la differenza però, che se fatto in modo corretto questo massimale questa volta ti genererà più…clienti!
Big Up!
Alberto
da Alberto Borghesi | Lug 31, 2019 | Blog
Sarà che d’estate (innegabilmente) il ritmo delle attività rallenta, sarà che si ha il tempo per riordinare le idee e prendere la rincorsa per la stagione invernale, saranno le ferie (beato chi le fa!), ma ultimamente mi sono piovute decine di richieste di consigli su quali libri leggere per aumentare la produttività, accrescere le proprie competenze business e così via.
Domandissima! Forse nata anche dalla diretta di qualche mese fa in cui indicavo “Le armi della persuasione”come libro must have.
E allora eccoci qua. In questo articolo voglio fornirti una “lista della spesa”dei libri che personalmente ho letto e che reputo essenziali per la formazione business e della crescita personale dell’imprenditore fitness e non solo.
Per ogni libro ho indicato una breve recensione personale, indicando anche i consigli di approccio e il mindset da adottare in ogni libro, in modo da farti tagliare le parti morte e focalizzarti sui punti salienti.
Carta e penna alla mano…cominciamo!
- Le 7 regole del successo: Stephen Covey
(lungo, difficile, a tratti pesante ma maledettamente importante per ogni ambito della tua vita).
Quando mi sono avvicinato a questo libro (sotto diretto consiglio di personaggi autorevoli del mondo del business), ho avuto un attacco narcolettico nelle prime pagine. Una pesantezza che neanche il prete durante l’omelia.
Poi mi sono fatto coraggio, l’ho sfidato e l’ho dominato. E ho stra vinto!
Detta così sembra quasi che te lo stia sconsigliando, più che consigliartelo. In realtà, focalizzando l’attenzione sui punti salienti, è un vero vademecum per le relazioni, per la produttività, per centrarti sui tuoi obiettivi. Magnifico.
È da questo libro che ho tratto l’ispirazione per la matrice dei 4 quadranti, con le quali organizzo le task del mio team (urgente/importante, non urgente/importante, urgente/non importante, non urgente/non importante). È da questo libro che ho imparato a partire dall’obiettivo per definire le mie azioni quotidiane.
Un estratto che mi ha cambiato: Ti metteresti a mettere a posto i seggiolini sul Titanic mentre sta affondando? No, vero? E allora cosa perdi tempo nella tua vita in cose senza senso e senza via d’uscita?
CONSIGLIO: leggi le parti salienti, individua i tratti fondamentali e scriviteli in un tuo documento. Tralascia esempi e dialoghi vari, o perderai il filo del discorso.
2) Simon Sinek: Parti dal perché
Monumentale. Ti insegna una cosa semplice quanto dannatamente vera: le persone che amano il proprio lavoro sono più produttive e ottengono più facilmente il successo nella propria attività.
È trovando il tuo perché che ti crei il tuo reale vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e non solo. Non è facile, non è immediato, ma trovare il proprio perché è la chiave per svegliarsi la mattina con la carica giusta e dare quel 101% che ti permette di fare il salto di qualità. Non importa che tu sia un manager, un imprenditore, un impiegato, quello che importa è il PERCHÉ fai ciò che fai. Se non hai un perché trovalo, e la tua vita acquisirà un senso.
3) Dale Carnegie: come trattare gli altri e farseli amici
Libro che ha un’età (1936), ma che i suoi anni li porta alla grande.
Se non sai chi è Dale Carnegie, sappi solo che lo reputo IL formatore di tutti i tempi. La sua fondazione Dale Carnegie Training è consulente per 400 delle 500 aziende più quotate al mondo e facenti parte della rivista Fortune”.
È considerato uno dei 50 libri più venduti di sempre. Da qui otterrai metodi e trucchi su come interagire correttamente con le altre persone.E se hai un’attività fitness, capirai quanto questo può fare la differenza.
Il libro è suddiviso in principi, di seguito ti riporto i due che più mi hanno colpito:
Principio uno: non condannare, non criticare, non recriminare
C’è solo un modo per ottenere da qualcuno quello che vogliamo e cioè fare in modo che l’altra persona voglia quello che vogliamo noi, è l’unico sistema.
Principio due: fai apprezzamenti sinceri, cerca di vedere il buono nelle persine.
Visualizza le cose dal punto di vista dell’altra persona e uniformati all’angolo di visuale altrui
Se i libri che ti ho indicato finora sono strettamente focalizzati sulla formazione personale, ora passiamo a quelli inerenti al mondo del business
4) Al Ries: le 22 immutabili leggi del marketing
Al Ries è il padre del posizionamento. Se Al Ries ha scritto qualcosa, anche una lettera a Babbo Natale, leggila. Perché il marketing, quello vero, quello basato sulla strategia prima dell’azione, è lui.
L’ho visto di persona, ed è un vulcano di 90 anni (!) che mangia il palco da vero incantatore di folle.
Le 22 immutabili leggi del marketing ti indica le 22 leggi che devi marchiare a fuoco sul tuo braccio e rileggerti ogni mattina per posizionare, focalizare e rendere produttiva la tua azienda. Leadership di mercato, dominare la categoria, definire la percezione del cliente, evitare le estensioni di linea.
Tutti concetti che lui ha scritto nell’ormai lontano 1993, ma che a ormai 30 anni di distanza si rivelano ancora estremamente importanti ed efficaci.
5) Gabriel Weinberg: Traction
Un manuale per chi sta lanciando la sua attività e non solo.
Oggi come oggi il prodotto è si fondamentale, ma il prodotto senza un team performante e la capacità di attrarre clienti…è destinato a morire.
Weinberg con questa miniera d’oro ti spiega come fare raccolta fondi, assunzioni, partnership, acquisizioni.
Ci sono infinite azioni che la tua azienda può fare compatibilmente con il percorso che sta effettuando, il libro ti indica le diverse strategie che puoi utilizzare per ottenere una crescita esplosiva.
Indispensabile per far crescere rapidamente il tuo business, che si tratti di un centro fitness affermato o che tu stia partendo da zero.
Consigli, idee e interviste (che generalmente salto a piedi pari, questa volte me le sono divorate).
Epico.
6) Sean Ellis: Hacking Growth
Il libro scritto dal padre del Growth Hacking.
Fermi tutti, cos’è il Growth Hacking?
Premetto che ne parlerò in un articolo completo prossimamente.
Per darti una definizione istantanea, lo possiamo definire come un insieme di strategie innovative per ottenere un risultato. Growth Hacking significa andare da un punto A ad un punto B attraverso quella strada che nessuno ha mai pensato, che nessuno farebbe mai.
Growth Hacking è sperimentare, ideare, innovare. È un modello di marketing applicabile ad ogni business. Nel mondo del fitness trovo difficile fare degli esempi, specie in Italia. Negli Stati Uniti potremmo prendere Jason Khalipa come modello di ispirazione.
Se non conosci Jason Khalipa puoi scoprirlo qui: https://www.jasonkhalipa.com/
Tornando a noi il libro di Sean Ellis indica una serie di strumenti che puoi usare per favorire la crescita della tua azienda.
Per quanto pratico fa molto leva sul mindset che dovrai cambiare. Se tutti vanno per una strada, tu dovrai imboccare quella opposta. A ragion veduta ovviamente, ma con un approccio totalmente diverso.
Sperimentale.
Spero che la mia lista della spesa possa esserti utile, e farti vivere le ferie d’agosto in modo produttivo.
Se invece non fai ferie, esattamente come me, le cose non cambiamo:
CHI NON SI FORMA, SI FERMA.
da Alberto Borghesi | Lug 13, 2019 | Blog
Da quando insegno, da quando creo strategie, da quando respiro l’aria del connubio fitness + marketing mi muovo in una sola direzione, che ho condiviso anche con il mio team:
OGNI AZIONE CHE VIENE COMPIUTA DEVE PORTARE UN RISULTATO
Ed è grazie a questo mindset che abbiamo creato centinaia di strategie di social media marketing. E sai quale abbiamo definito essere il contenuto perfetto per la strategia perfetta?
VIDEO. Tanti video, solo video.
Ma, oltre a dirlo il sottoscritto, sentiamo Facebook cosa dice al riguardo:
I dati del gigante di Zuckerberg testimoniano come le persone guardino cinque volte di più in un video rispetto ai contenuti statici su Facebook e Instagram. Quindi, chiaramente, la creazione di annunci video è un modo efficace per promuovere la tua azienda ai miliardi di utenti su Facebook.
Da qui il mio consiglio: per le tue campagne Facebook gli annunci video non possono mancare.
MA…COME PARTIRE? COSA FARE?
Ecco la mia personale strategia:
Per iniziare, il tuo primo passo è filmare un video, ovviamente. Quindi, assicurati di filmare un video di qualità: usa attrezzature di qualità (anche uno smartphone funziona); riprendi in un’area ben illuminata (illuminazione naturale o artificiale).
Utilizza uno sfondo bianco per mostrare i prodotti e far rimbalzare la luce; ti consiglio l’acquisto di un treppiede economico per la stabilità. Queste sono le basi, a livello organizzativo.
Ora, passiamo alla strategia per assicurarti che il tuo annuncio video su Facebook ottenga visualizzazioni, attiri l’attenzione del tuo pubblico e li incoraggi a comprare:
ECCO GLI STEP PER UNA KILLER STRATEGY:
STEP 1: Racconta una storia.
Se si desidera creare un annuncio video di Facebook che risuoni con il pubblico di destinazione, è necessario raccontare una storia. Quando racconti una storia con la quale i tuoi clienti ideali possono identificarsi, è più probabile che prestino attenzione e addirittura convertano.
Un modo semplice per raccontare una storia con il tuo annuncio video su Facebook è porre una domanda.
“Vuoi perdere peso?”
“Non ti sei ancora stancato di non raggiungere i tuoi obiettivi?”
La domanda, insieme all’immagine cattura immediatamente l’attenzione. E questo è veramente l’80% del lavoro, specie in un mondo social dove è sempre più difficile essere ascoltati e farsi notare, specie se hai una piccola impresa.
Pensa ai bisogni del tuo pubblico di destinazione e crea una trama per il tuo annuncio video attorno a quei punti. Ricorda, una storia avvincente inizia con un conflitto e poi mostra una soluzione (il tuo prodotto o servizio).
Una buona storia catturerà l’attenzione del tuo pubblico, lo attirerà e resterà nella memoria.
STEP 2: Attira subito l’attenzione.
I primi secondi del tuo annuncio video su Facebook sono i più importanti. Gli annunci video di Facebook più efficaci sono comunque brevi; con la mia esperienza di marketing online ti posso assicurare una cosa: un video efficace rimane sotto i 30 secondi di durata.
Inoltre, le persone hanno un’attenzione limitata; molti utenti guardano solo i primi secondi di un annuncio. Perciò vai subito dritto al punto.
È importante non solo attirare l’attenzione infatti, ma andare subito al nocciolo della questione. Non aspettare fino alla fine del video per comunicare il tuo prodotto; arriva al punto in modo che gli utenti sappiano di cosa si tratta. Anche se gli utenti non rimangono fino alla fine del tuo annuncio video, riceveranno comunque il tuo messaggio, e tu avrai fatto centro.
STEP 3: “Ottimizza” il video per il silenzio.
E questo è il punto che preferisco, quello che il 99% di chi fa video ignora.
Secondo le statistiche di DigiDay, l’85% dei video di Facebook sono guardati senza audio. Questo deriva dal fatto che molte persone sono su Facebook dai loro telefoni cellulari. Perciò, quando sono in pubblico evitano l’uso dell’audio. E se il tuo video non si può leggere oltre che ascoltare, perderai una visualizzazione, e di conseguenza un potenziale cliente. Per questo motivo, è importante che i tuoi annunci video di Facebook siano ottimizzati per il silenzio, con un’aggiunta di testo.
In questo senso Facebook corre in tuo soccorso, offrendoti l’aggiunta di sovrapposizioni di testo ai tuoi annunci video in modo nativo, direttamente dall’App (da pc, mi raccomando). Attivando i sottotitoli nelle impostazioni video e assicurandoti di avere immagini straordinarie aumenterai visualizzazioni, interazioni e conversioni.
STEP 4:Trasforma le immagini statiche in video.
Ora, se non hai nessun video di qualità o non sei ancora a tuo agio con le tue capacità di ripresa, non preoccuparti. Puoi comunque creare annunci video Facebook coinvolgenti utilizzando immagini statiche dei tuoi prodotti.
Facebook ha recentemente aggiunto nuove funzionalità al suo Kit di creazione video che ti consente di prendere le tue immagini statiche e convertirle in un annuncio video. Questo strumento di Facebook offre anche un modello che ti consente di caricare una singola immagine statica e aggiungere movimento ad essa. Perciò amico mio, non hai scuse.
In conclusione
Creare un annuncio video su Facebook non significa solo mostrare il tuo prodotto; deve fare di più. E questo, se mi segui da un pò, te lo sarai già sentito dire.
Piccola checklist per il tuo video killer:
- Esponiti in prima persona: facendoti vedere aumenterà la fiducia verso di te
- Parla dei benefici che offri
- Parla dei problemi che risolvi
- Documenta la tua attività
- Si chiaro e diretto
- Crea video brevi
Tutto chiaro?
Ah, dimenticavo. La costanza. Lo sai vero, che un video ogni 3 mesi non ti porta da nessuna parte? Se vuoi creare una strategia video, come tuo fidato consulente ti consiglio almeno un video a settimana, meglio due, facciamo tre!
La verità è che più andrai avanti, più idee ti verranno, più facile ti risulterà tirare fuori dal cilindro idee innovative per creare video di impatto ed efficaci. Dai tempo al tempo, e vedrai.
Ci sono così tanti contenuti sui social media che è un attimo essere travolto e dimenticato nel nulla e nei meandri del digitale.
Per questo, se non vuoi fare la suddetta fine, il tuo annuncio video deve assolutamente distinguersi dalla massa e aiutare il tuo pubblico a entrare in contatto con la tua attività. Con questi suggerimenti, sarai sulla buona strada per creare fantastici annunci video su Facebook.